È nata proprio in questi giorni la “costola” toscana della FIVI.

FIVI sta per Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, associazione a cui aderiamo da diversi anni.

Questa nascita scaturisce dalla necessità, sorta fra alcuni soci toscani, di avere la possibilità di affrontare problematiche più locali: infatti ci sono diversi aspetti del mondo vitivinicolo che hanno base regionale e che un’associazione nazionale non può (ovviamente) essere in grado di seguire. La spinta è venuta anche dalla voglia di un confronto più diretto con i propri “vicini”, scambi di idee,  proposte ed esperienze che avvengono più facilmente e velocemente nel piccolo. Poi dal locale queste idee possono essere portare all’associazione nazionale (pur restando il fatto che ogni socio può rappresentare comunque se stesso in modo indipendente presso la FIVI “madre”).

Per sottolineare l’assoluta aderenza all’associazione originaria, si è deciso che può iscriversi a quella toscana solo chi è già socio della FIVI nazionale, quindi valgono le stesse regole di ammissione ed obiettivi. Naturalmente non vale il viceversa (c’è chi può decidere di essere iscritto o iscriversi all’associazione nazionale e decidere di non aderire a quella locale).

La Toscana è comunque la prima regione ad organizzarsi in questo senso e sicuramente (speriamo) farà da apripista per le altre regioni. Intanto deve ancora partire e crescere: ci auguriamo che sia una esperienza positiva come per l’associazione originaria.

Tutto questo avviene in un momento molto importante per la FIVI che nell’ultimo periodo ha visto crescere in modo vertiginoso i propri iscritti.

Non poteva essere altrimenti: una parte rilevante del vino in Italia è prodotto da aziende di vignaioli indipendenti (intesi come aziende di piccole-medie dimensioni che seguono personalmente la produzione, dalla vigna fino alla bottiglia finita). Nonostante questo finora era una categoria senza voce, con la politica del vino dominata dai grandi gruppi e dalle cooperative.  FIVI è nata come la voce di noi vignaioli e ha già ottenuto alcuni traguardi importanti (anche se la strada è ancora lunga e tortuosa).

Non sottovalutiamo cosa è FIVI e cosa è riuscita a fare finora. E quello costruito fino ad adesso deve essere mantenuto perchè niente è scontato e i traguardi raggiunti possono dissolversi senza l’impegno di tutti.

FIVI è riuscita a tenere insieme tante anime diverse, tutti uniti intorno alla figura del vignaiolo indipendente, senza porre paletti alla filosofia produttiva che ognuno ha deciso di seguire. Questo non è affatto banale. Il grosso rischio (all’italiana, diremmo) è di chiudersi ciascuno nella propria piccola “parrocchia”, utile magari sul piano promozionale o altro ma poco influente su quello politico. Senza unità  saremmo anche senza voce (dove conta).

Tutti noi vignaioli puntiamo ad una produzione di eccellenza, fatta nel rispetto della Terra e dei nostri clienti finali. Tuttavia possono esserci diverse vie per cercare di arrivare alla meta. Tutti noi crediamo profondamente in quella che abbiamo scelto ma è anche importante cercare di mantenere la mente aperta, senza chiudersi in posizioni intransigenti verso scelte diverse, fatte con onestà e che puntano nella stessa direzione.

Per questo ringraziamo di cuore i primi che  hanno creduto e costruito la FIVI con questi principi. Pensiamo a quelli che conosciamo e stimiamo personalmente, come Walter Massa e Mario Pojer, e anche tutti gli altri che hanno già dimostrato grande impegno ed abnegazione, come ad esempio l’attuale presidente Matilde Poggi e gli altri soci operanti.