In vigna, uva di qualità e ambiente

Volendo produrre vini territoriali, la gestione ottimale della vigna è la base di tutto il nostro lavoro. Le nostre dimensioni ci permettono di seguire i lavori in modo rigoroso e differenziato per ogni singola parte delle nostre vigne. Ogni particella viene portata a quell’equilibrio ottimale che garantisce l’arrivo in cantina di uve di alto valore qualitativo (equilibrate nei componenti, sane, raccolte al giusto grado di maturazione e con le caratteristiche uniche del nostro terroir).

Il lavoro in vigna segue il ciclo naturale della vite ed è fortemente determinato dall’andamento stagionale. Non è un lavoro semplice seguire la vigna, cogliere i suoi mutamenti a volte impercettibili e diversi per ogni particella, saper prendere le decisioni giuste nel momento giusto, a volte anche rischiando un po'. Essere vignaiolo non è solo avere la vigna piccola, significa sapere unire la capacità del fare con quella del capire e del decidere, nella posizione privilegiata di chi vive quella vigna tutti i giorni e quindi la conosce a fondo. E' questo modo di lavorare e questa cura che danno valore aggiunto e caratteristiche uniche al vino del vignaiolo.

Oltre che per la qualità delle uve, i lavori sono fatti in modo che la pressione sull’ambiente sia minimale e che l’uva non porti con sè contaminanti. Questo è possibile grazie alla nostra impostazione basata sulla viticoltura integrata che supera la concezione intensiva di coltivare le viti isolate dall’ambiente circostante e sottoposte a continui input umani. Nel nostro modo di lavorare la vigna è considerata come un ecosistema complesso, formato dalle viti più il suolo e il suo intorno naturale e gli esseri viventi che vivono questi spazi permettendo di raggiungere un equilibrio in grado di sviluppare resilienza ed adattabilità e permette di diminuire sempre più gli interventi esterni. Gli unici interventi sono poi fatti con sistemi col più basso impatto ambientale possibile, alla luce delle attuali conoscenze.


Questo modo di lavorare ci permette di non avere residui nel suolo, nella falda acquifera e 0 residui nei vini (da analisi di enti terzi).


Impianto della vigna
L’impianto è all’origine di una vigna ed è importante fare le scelte più opportune in base alla natura del territorio. Questo condiziona la scelta delle varietà coltivate, i cloni e i portinnesti. I nostri impianti sono molto fitti (circa 8.000 ceppi per ettaro) per mantenere un’ottimale produzione per ogni singola vite.
Sistema di allevamento
E' un fattore importante per la qualità dell’uva e viene impostato nei primi anni di crescita delle viti. La storia della viticoltura italiana ne ha prodotti tantissimi, oltre 40. La scelta del sistema di allevamento è intimamente legata alle caratteristiche pedoclimatiche della vigna, oltre che alle varietà. Le nostre viti sono allevate a cordone speronato e guyot (a seconda delle varietà), sistemi tradizionali italiani ottimali per il nostro territorio, che permettono di raggiungere un alto livello di qualità ed un’ottima gestione dei lavori del vigneto.
Inerbimento spontaneo
La gestione del suolo è fondamentale per la sua qualità e, in generale, per l’equilibrio della vigna. Abbiamo scelto l’inerbimento spontaneo perché garantisce numerosi benefici. Favorisce un equilibrio naturale in quanto nelle stagioni più fresche evita eccessi idrici e nutrizionali (l’erba compete con la vite) mentre in estate, quando l’acqua scarseggia, l’erba secca spontaneamente (ha un apparato radicale molto superficiale). Il prato spontaneo contribuisce ad aumentare la biodiversità, fornendo un habitat attrattivo per la micro-fauna utile, grazie ad un alto numero di specie che fioriscono in periodi diversi. Non lavorando il suolo diminuiscono gli ingressi nel vigneto, evitando problemi di compattamento. La conseguenza è un miglior equilibrio gassoso del terreno e di disponibilità di sostanza organica, fattori che favoriscono anche lo sviluppo degli organismi tellurici (funghi, batteri, lombrichi). Infine la copertura garantisce una riduzione dell’erosione da parte di pioggia e vento ed evita i ristagni di acqua. i sovesci della copertura contribuiscono poi in modo importante alla concimazione.
Biodiversità
L’alto indice di biodiversità è un elemento importante della lotta biologica. Favorisce l’equilibrio della vigna perché ha un effetto positivo sul riciclo della sostanza organica, le disponibilità nutrizionali della vite, il controllo di malattie e parassiti, la qualità del suolo e il ciclo dell’acqua. Favoriamo la biodiversità nella vigna grazie al basso impatto degli interventi viticoli, con l’inerbimento spontaneo e la contiguità con siepi e boschi.
Misura della biodiversità
L’indice di biodiversità si basa sulla combinazione di diversi parametri che ci permettono anche di avere una valutazione della qualità della vigna. Ad esempio il numero delle specie vegetali erbacee e dei lombrichi e il calcolo dell’equilibrio dell’azoto sono indici generali della qualità del suolo. Il numero dei carabidi (una famiglia di coleotteri che sono elemento chiave delle catena alimentare) permette una stima generale della biodiversità degli insetti nella vigna. Le conte dei lombrichi e dei collemboli sono invece indici molto sensibili del tenore di rame nel terreno, nel nostro caso pari a 0.
Concimazione
La vite non è una pianta esigente ma deve stare bene per dare uva di grande qualità. Le necessità variano a seconda del clima, del terreno, della varietà, del portinnesto, dell’andamento stagionale e dalla gestione del vigneto. Nella nostra vigna l'arricchimento del suolo di materia organica avviene soprattutto dalla pacciamatura dei resti del taglio dell’erba e di altre parti verdi (come i sarmenti delle potature). Questi sono triturati in loco ed arricchiscono il suolo, in particolare, di azoto, calcio e potassio. L’alto indice di biodiversità favorisce la mineralizzazione della sostanza organica e la corretta distribuzione di questi nutrienti. L’eventuale concimazione aggiuntiva non è quindi regolare e casuale, ma fatta solo quando serve e mirata.
Protezione della vite
La vite europea è sensibile a numerose malattie di origine animale o fungina, che possono compromettere pesantemente la qualità e la quantità dell’uva. Le malattie però colpiscono in modo molto diverso a seconda dei territori e, grazie al nostro clima mediterraneo ben ventilato, in genere abbiamo scarsi problemi, se non per l'oidio. In ogni caso, seguiamo i principi della viticoltura integrata, basata sull'uso dei migliori sistemi di difesa che garantiscono alta qualità col più basso impatto ambientale. Integriamo fra loro sistemi di lotta biologica, lavori agronomici di prevenzione e l’uso (minimale e ben calcolato) di prodotti biodegradabili o a basso impatto ambientale. Interveniamo in modo mirato e minimale (viticoltura di precisione), solo nei momenti giusti e senza dispersione. Questa impostazione ci permette di verificare l'ASSENZA DI OGNI RESIDUO sia nei vini che in vigna.
Potatura
Fra i lavori necessari ad indirizzare la vite ad un equilibrio armonioso, il più importante di tutti è la potatura. In inverno, quando la vite è in riposo, si tagliano i tralci dell’anno passato, lasciando un certo numero di gemme per l'anno seguente, da valutare attentamente. Un numero troppo alto causerebbe un eccesso di uva prodotta, invece un taglio troppo drastico indurrebbe una crescita troppo vigorosa delle parti verdi, sottraendo energia alla maturazione dei grappoli. Il taglio va valutato pianta per pianta e può essere fatto solo a mano da persone molto esperte.
Cimatura
La vite crescendo tende ad allungare di continuo i tralci (si parla di «dominanza apicale»). Col tempo però le foglie alla base invecchiano e non sono più così efficienti nel loro lavoro di fotosintesi. La cimatura, cioè il taglio della punta dei tralci, serve sia per contenere la crescita che per stimolare le gemme laterali. Queste formano nuove foglie, giovani e molto efficienti. La cimatura permette quindi di dare nuova energia alla pianta, per supportare il momento importante della maturazione dell’uva. Come e quando farlo dipende dalla vigna, dalle varietà e dall’andamendo dell’annata.
Diradamento
Si tratta di uno dei tanti lavori che permettono di indirizzare gli equilibri produttivi delle viti. Consiste nell’eliminazione di alcuni grappoli prima della maturazione. E’ una scelta da valutare attentamente e che cambia ogni anno. Per la qualità finale dell'uva è importante che la resa sia contenuta. Tuttavia anche il diradamento eccessivo può diventare controproducente in annate molto calde: si potrebbe produrre uva squilibrata, con concentrazione ed alcool eccessivi, con maturazioni troppo veloci. In genere i diradamenti servono di più nei vigneti giovani, che non sono ancora molto in equilibrio.
Defogliatura
Verso il termine della maturazione, può essere utile togliere alcune foglie da ogni pianta per far sì che il grappolo sia ben esposto al sole e ci sia ricircolo di aria intorno. Serve per evitare lo sviluppo di marciumi e muffe soprattutto in annate umide. Invece deve essere evitato o contenuto in annate secche e con insolazione molto intensa. Infatti nel nostro ambiente l’eccessiva esposizione può danneggiare il grappolo («scottature»).
Vendemmia
La scelta del momento della raccolta è determinante per la qualità del vino: se si raccoglie troppo presto o troppo tardi si rischia di vanificare gli sforzi di tutto l’anno. Per questo seguiamo la maturazione di ogni singola micro-zona di vigna con molta attenzione. La decisione viene da un insieme complesso di parametri: analisi (contenuto in zuccheri, acidità, pH e colore) e l'assaggio dell’uva. Questo, se fatto da una persona esperta come Michele, permette di valutare certi elementi particolari (la maturazione dei tannini, gli aromi, ecc.) e cogliere sfumature che le analisi non riescono a percepire. L’uva di ogni micro-zona omogenea viene raccolta, selezionata e lavorata il più presto possibile, per evitare ogni deterioramento del frutto.
Sperimentazione e ricerca in vigna
Crediamo nella ricerca e nello sviluppo e lo sosteniamo attivamente per migliorare sempre più la viticoltura in generale e la qualità del nostro lavoro. In particolare, operando direttamente o «prestando» parti di vigna, facciamo prove in campo che portano allo sviluppo e al perfezionamento dei metodi della viticoltura sostenibile.